Rubrica: Un San Marino di Aldo Volpini

03/10/2012 |

Rubrica

 

Un San Marino di Aldo Volpini

 

Nell’ultimo quinquennio l’iter dello scultore Volpini è entrato in una fase di piena maturità per ulteriori decisivi approfondimenti. Custode della tradizione lo definivano i concittadini, ricordando che l’artista era solito frequentare la cava e la bottega di Romeo Balsimelli, del quale continuò l’opera con numerosi stemmi. Ma tali prove, già del resto lontane da quelle del Maestro, non erano fini a se stesse; costituivano un mezzo per l’indagine; se non fosse così, Volpini si sarebbe adagiato durante questi lunghi anni in una sorta di comoda abitudine, paga del mestiere raggiunto e anche della buona fama. Invece all’improvviso, tuttavia per chi lo osservava di lontano, nasce in lui lo scultore nasce con il San Marino del “Cantone”, destinato a Bruxelles e poi fortunatamente rimasto a casa nostra, per ragioni d’ordine pratico. Quanto all’impostazione dell’opera, molte furono le difficoltà che l’artista risolse col metodo della ricerca e della scoperta diretta, poiché nessuna scuola lo aveva preparato a tanto; ciò spiega il lungo lavoro preparatorio sui modelli in gesso e di creta, usati solo, tuttavia, come pura indicazione tecnica. Un altro notevole impaccio per lo scultore era la tradizione iconografica ; il Tadolini faceva testo e non si poteva dimenticarlo senza rischiare l’accusa di lesa maestà; Volpini se lo ricorda ma in modo così decisamente accusatore da far emergere senza incertezze il suo peso di artista ormai consapevole. Il fulcro della statua è nel capo, impostato su una massa obliqua la quale viene protratta dalla nuca alla barba senza interruzione attraverso l’orecchio che si inserisce nel ritmo incisivo di questa parte, obbedendo ad una necessità di cadenza. Due clausole, il collo e la fronte sfuggente, serrano con un’articolazione più ampia il mordente tono iniziale, facilitando uno svolgimento condotto per pause distensive, utilizzate ai fini dell’unità compositiva. Sorprendente magnifico esempio di stringatezza formale, non alterata dal verismo neoellenistico o dal naturalismo istintivo di altri passi. E’ questo San Marino il prototipo di una umanità moralmente fiera e dignitosa, espressa dall’artista con accenti nuovi, poiché egli ha potuto aggredire vaste masse di pietra e trattarle per vie essenziali, immediate, le sole che a lui sembrino in grado di esprimere il nucleo dei suoi ideali.

 

Carla Nicolini

 

21/11/1963 Trasmessa il 3 dicembre 1963 al giornale radio della RAI